
GUSHI
Sabato 19 ottobre, 21:00
Teatro Nuovo Giovanni da Udine
GUSHI (Minoranza slovena in Friuli)
Un progetto sbocciato nell’immensa metropoli di Buenos Aires e fiorito e nel minuscolo borgo di Postregna. Gushi e Raffaele vivono da oltre vent’anni nelle Valli del Natisone. Fuori dalla loro finestra non c’è più il cemento della capitale argentina ma il verde acceso dei boschi che costeggiano il Natisone. Nonostante ciò nella loro musica rimane vivo l’echo di un suono urbano, lento ed avvolgente, carico di trip hop, neosoul e breakbeat. Impegnati nell’allestimento di installazioni sonore, e soundtracks per film indipendenti, hanno trovato il tempo di sperimentare con una lingua che non è la loro ma che ormai gli appartiene a pieno titolo!
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INTERVISTA CON GUSHI
Qual è una frase intraducibile, un’espressione o parola nella tua lingua che ami particolarmente? E perché?
Počivalo: indica il luogo dove la gente che portava il fieno si appoggiava per riposare. Deriva dal verbo počivat.
In quei luoghi c’era un sasso messo in una certa maniera per potersi sedere, reclinare o appoggiarsi.
Perché? Riporta e richiama a quella tradizione di sussistenza contadina, a un mondo in parte scomparso.
Quali sono 3 aggettivi con cui descriveresti la tua lingua? Perché li hai scelti?
Unica perché cambia in ogni paese o valle, genuina ma anche materna perché è la prima lingua. Nuova e fresca per chi l’adotta e la fa sua.
Alcune persone pensano che fare musica/arte in lingua minoritaria chiuda molte porte, quali sono (se ce ne sono) invece quelle che ti sono state aperte?
Non è importante che ci siano porte aperte e noi non sentiamo di dover forzare quelle chiuse. In realtà, non dovrebbero esistere porte…
La musica e l’arte sono necessità intime radicate nel profondo del nostro essere e la libera espressività è la strada che stiamo percorrendo.
Potendo fare un appello a chiunque per tenere viva la propria lingua, cosa consiglieresti? Quali sono secondo te le sfide o difficoltà più grandi?
La difficoltà è sicuramente quella di allargare il bacino di chi la usa e, per questo, la cosa più importante è usarla. Insegnarla, senza forzature, rendendola il più possibile naturale nelle relazioni interpersonali.
Come risponderesti a qualcuno che ritiene la tua lingua obsoleta?
È un nostro compito fare in modo che una lingua non diventi obsoleta e sta nell’intelligenza degli altri capire ciò. Sono le persone che decidono quando e se una lingua diventa obsoleta.
Il nostro Festival Senjam Beneške Piesmi è l’esempio più evidente che una lingua può mantenersi viva, infatti ogni edizione si caratterizza per le proposte artistiche e linguistiche in continua evoluzione e mutazione.
Una frase per descrivere la tua musica
La nostra musica è l’espressione esatta di chi siamo noi in questo specifico momento delle nostre vite.