
Mice
Sabato 19 ottobre, 21:00
Teatro Nuovo Giovanni da Udine
MICE (Paese Basco)
Mice è lo pseudonimo dietro a cui si nasconde la cantautrice Miren Narbaiza. Un luogo intimo dove mettere in discussione la forma canzone per sperimentare la propria vocalità. Il risultato che ne deriva sono una manciata di canzoni tinte di atmosfere cupe ed incalzate da chitarre taglienti. Apparentemente stretta tra il binario del post punk degli ’80 e quello indie rock dei ’90 Mice libera la voce del suo io interiore nella propria lingua madre, l’euskara.
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INTERVISTA CON MICE
C’è una frase intraducibile, un’espressione o parola nella tua lingua che ami particolarmente? E perché?
Hizkuntza bat ez da galtzen ez dakitenek ikasten ez duelako, dakitenek erabiltzen ez dutelako baizik.
Una lingua non viene persa perché chi non la conosce non la impara. Viene persa perché chi la conosce non la parla. (J.A. Artze).
Mi piace questa affermazione di J.A. Artze. Se non parli una lingua, questa non può sopravvivere. Quindi non guardare (solo) chi non la parla, e usiamola noi stessi. Questo sia il primo passo per mantenere viva una lingua: usarla, parlarla, far sentire alla gente che la parli, i suoi suoni, le parole, ecc… può anche portare chi non la parla a impararla.
“Ganora“. Si usa questa parola per descrivere il modo in cui le cose dovrebbero essere fatte, il modo corretto di fare le cose “ganoraz“. Una persona che fa le cose in questo modo è una persona a posto. Altrimenti, sei un “ganorabako“. Mi piace!
Quali sono 3 aggettivi con cui descriveresti la tua lingua? Perché li hai scelti?
ANTICA, UNICA, SOPRAVVISSUTA.
L’euskera è una lingua preindoeuropea, che è sopravvissuta fino ad oggi, e sta ancora lottando per sopravvivere. Sembra un miracolo che io riesca a parlarla e a capirla. Nel corso della sua storia ha superato guerre, dittature e attacchi di ogni tipo. Oggi i parlanti sono divisi in tre territori diversi (Navarra, Euskadi, Iparralde) e in due Stati diversi, Francia e Spagna. Molte persone lavorano per la sopravvivenza della lingua e della cultura basca. Ecco perché ho scelto gli aggettivi antico, unico e sopravvissuto.
Alcune persone pensano che fare musica/arte in lingua minorizzata chiuda molte porte, quali sono (se ce ne sono) invece quelle che ti sono state aperte?
Le porte che potrebbero aprirsi cantando/creando in un’altra lingua diversa dalla mia non mi rappresenterebbero. Io sono la mia lingua come sono la mia cultura, la mia famiglia, il mio intero essere umano, tutto viene da lì. Dalla mia terra, dalla mia tradizione, e da lì cerco di guardare avanti e di creare ogni giorno un mondo nuovo. Le porte che si apriranno saranno per qualcuno come me. E non per altri. E spero che queste porte siano porte oneste, spazi reali che nascono da una pratica sincera dell’arte. Cantare in basco ha avuto un impatto su molte persone, in modo positivo. Sono stata in Messico, Giappone, Italia, Francia, Germania. Direi che la maggior parte delle persone ha ringraziato per aver ascoltato nuovi suoni, nuove lingue oltre al solito inglese, spagnolo, ecc.
Potendo fare un appello a chiunque per tenere viva la propria lingua, cosa consiglieresti? Quali sono secondo te le sfide o difficoltà più grandi?
Penso che siano le persone, i madrelingua e gli altri cittadini che vivono in quei territori con lingue minorizzate, ad avere la responsabilità di imparare, parlare, scrivere, studiare, ecc. in queste lingue. Naturalmente, questo non può avvenire senza il sostegno delle autorità/governi locali, il cui bilancio dovrebbe contribuire a queste politiche per mantenere vive le lingue e le loro culture. Abbiamo bisogno di mosse oneste e coraggiose.
Come risponderesti a qualcuno che ritiene la tua lingua obsoleta?
Una lingua è viva finché si può comunicare con qualcun altro in quella lingua.
Chiunque dica che è obsoleta è probabilmente un parlante di una “grande lingua”, che non ha alcuna considerazione per le altre culture, per la diversità, per la storia dell’umanità.
Una breve frase per descrivere la tua musica
Musica rock alternativa ispirata ai sentimenti umani e alla natura che ci circonda.